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Assetto organizzativo aziendale 09/04/2020

Lodovico Cesare Scolari


Crisi impresa: il Codice chiede attenzione all’assetto organizzativo

Codice crisi impresa: attenzione all’assetto organizzativo

Siamo solo all'inizio di un periodo che metterà a dura prova l'intero sistema economico Italiano ma già si intravedono le dinamiche che caratterizzeranno il vaccino finanziario, economico e patrimoniale delle P.M.I. che sopravviveranno al COVID-19.

Si discute in questi giorni della disponibilità dello stato di garantire flussi rilevanti di "finanza ponte" in grado di supportare il tessuto imprenditoriale maggiormente penalizzato dalle restrizioni imposte a livello governativo a tutela della salute publica.

Sullo sfondo della discussione tra tecnici ci si chiede anche quale sia il confine tra sostegno all'impresa meritevole e sussidio al limite dello spreco. Ci si chiede se valga davvero la pena che risorse pubbliche, in sostanza denaro dei cittadini e dei risparmiatori venga utilizzato da soggetti privi del necessario "merito".

Ovviamente nello stesso istante in cui si pongono domande così "al limite" ci si interroga anche su quale possa essere un adeguato strumento di misura facilmente utilizzabile - possibilmente da subito - per misurazioni così delicate. La mia risposta è che lo strumento c'è già. E' l'impianto normativo pensato per il Codice della Crisi d'Impresa ed, in particolare, quanto previsto dal comma 2 dell'art. 2086 C.C., norma in vigore già dallo scorso marzo 2019 che impone a chi fa impresa sotto forma di società di implementare "adeguati assetti organizzativi"...

Insomma, tu imprenditore dimostra di avere un adeguato assetto organizzativo ed io ti consento di accedere ai programmi di sostegno all'economia. L'idea sembra banale ma se ci pensi bene è facilmente percorribile.

Per ottenere "finanza ponte" verrà sicuramente richiesto il bilancio 2019 anche se non è certo con i numeri di un'epoca che non esiste più che chi mi eroga finanza può convincersi di erogarla utilmente. Tanto meno potrà farlo basandosi sui numeri previsionali 2020. Dimostrami invece di avere un buon navigatore ed io so che dal mare in burrasca - anche se con le vele rotte - a casa ci torni.

 

Assetti Organizzativi per fare impresa

Come ho già avuto modo di evidenziare nell'ambito di alcuni precedenti interventi in questo blog, al fine di navigare seguendo rotte che siano in grado di assicuraci porti sicuri, Il Nuovo Codice della Crisi ci sarà utilissimo.

Dal nuovo codice crisi impresa emerge in maniera piuttosto chiara che chi fa impresa debba monitorare costantemente sia parametri di natura finanziaria che economico/patrimoniale sia con scopo di verifica "a consuntivo" ma, soprattutto, con finalità  prospettica.

Nell'ambito della riforma del nuovo codice della crisi d’impresa, oltre al riferimento alle condizioni aziendali connesse con gli “strumenti di allerta” e di monitoraggio della “continuità aziendale”, il legislatore è intervenuto con la modifica di alcuni articoli del Codice Civile.

In particolare, è stato riformulato il 2^ comma dell'art. 2086 C.C. come segue. "L'imprenditore, che operi in forma societaria o collettiva, ha il dovere di istituire un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato alla natura e alle dimensioni dell'impresa, anche in funzione della rilevazione tempestiva della crisi dell'impresa e della perdita della continuità aziendale, nonché di attivarsi senza indugio per l'adozione e l'attuazione di uno degli strumenti previsti dall'ordinamento per il superamento della crisi e il recupero della continuità aziendale."

Se con la redazione del nuovo Codice della Crisi d'Impresa l'obiettivo dichiarato da parte del legislatore è stato quello di consentire l'emersione precoce di "segnali" di squilibrio di performances aziendali, l'architrave per una vera e propria rivoluzione culturale del tessuto imprenditoriale Italiano (soprattutto quello delle P.M.I.) è stata posta con la riformulazione dell'art. 2086 C.C. imponendo l'istituzione dell'Adeguato Assetto Organizzativo "anche" in funzione della rilevazione tempestiva della crisi d'impresa dove quell'anche sta a rappresentare quanto l'Adeguato Assetto Organizzativo vada istituito soprattutto per fare impresa con modalità scientifiche, basandosi sui numeri aziendali, sul mercato, sulla pianificazione, sull'organizzazione e sul controllo di gestione.. e poi si certo "anche" in funzione della rilevazione tempestiva della crisi d'impresa.

Solo chi come te sa cosa intenda per Assetto Organizzativo, solo chi come te sa cosa sia davvero il valore nascosto dell’organizzazione aziendale, capisce ciò di cui sto parlando. Solo chi come te che ha ben presente l'importanza strategica di un progetto organizzativo può capire quanto, ora più che mai, la pianificazione aziendale sia determinante e influente nei risultati del tuo business e se il tuo business è "al sicuro", lo sono anche le risorse che usi per proseguire a creare valore per te, per la tua azienda e per tutti gli stakeholders ad essa connessi.

Il riferimento al Codice della Crisi d'Impresa (seppure con la necessità di qualche piccola modifica) a cui ho fatto cenno in apertura di questo contributo implicherebbe la necessità/opportunità di dialogo banche/impresa al fine di concedere sostegno ai soggetti rientranti nei parametri del nuovo “merito creditizio”, quello connesso all'adeguatezza dell'assetto organizzativo invece che connesso al raggiungimento di parametri di "equilibrio" economico finanziario e "solidità" patrimoniale.

Nell'ambito di un tale "sovvertito" ordine delle priorità informative, permarrebbe indispensabile che le aziende si attivino con un progetto di pianificazione strategica di ampio respiro che comprenda anche un business plan di triennale (minimo), non tanto per dimostrare l'adeguatezza delle strategie di breve termine, ma soprattutto per consentire l'allineamento dell'intera organizzazione a quelle di medio e lungo termine.

Nell'ambito di un disegno che responsabilizza così fortemente la governance societaria stonerebbe anche meno la tanto criticata  obbligatorietà di nomina dell'organo di controllo al quale richiedere emissione di giudizio sull'adeguato assetto organizzativo, amministrativo e contabile. L'obbligo di nomina esteso nel corso del 2019 ad un numero consistente di PMI consentirebbe peraltro un'ampia "copertura" del sistema.

 

Codice crisi impresa: prevenire è meglio che curare

Un vecchio slogan pubblicitario in voga negli anni ’90, riguardo all’igiene dentale e alle problematiche da essa create in caso di scarsa accuratezza, recitava proprio “prevenire è meglio che curare”. Ecco, quest’ottica vale anche nell’applicazione del codice crisi impresa al tuo business: non è più sufficiente il solo bilancio di esercizio per pianificare il futuro della tua azienda. Tanto più in questo particolare momento considerato che viene redatto "a consuntivo" (marzo successivo all’esercizio di competenza) e quindi evidentemente troppo tardi per rispondere con correzioni ad eventi imprevedibili come quello connesso con il COVID-19, perché le decisioni da prendere, pur partendo dall'analisi dei dati storici, riguardano il futuro e per tale motivo il management necessita di informazioni prospettiche costanti.

Considera la salute della tua azienda come quella del tuo corpo: esami del sangue o strumentali troppo poco frequenti, possono regalare tempo prezioso a patologie e disturbi. Ecco, il monitoraggio a livello di salute aziendale e codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, si realizza attraverso una sorta di “cruscotto”, nel quale vanno individuati i “parametri vitali” dell’azienda da tenere costantemente monitorati.

Uno strumento che abbina la contabilità direzionale a quella generale, e che permette ai responsabili aziendali di potersi orientare e di esprimersi con cognizione di causa in qualsiasi momento. Uno strumento in grado di offrire una panoramica costante sia sull’andamento in corso che su quello prospettico, senza tralasciare i dati storici. In questa fase è anche importante individuare i giusti Indicatori di performance aziendale

 

Indici Allerta Codice crisi impresa e costo di riferimento

Per te che hai confidenza con il controllo di gestione e con sistemi di management strutturati per processo, concorderai che un controllo di gestione realizzato correttamente aiuta ad individuare e correggere errori di gestione e mantenere la tua azienda in buona salute.

Come? Ad esempio mediante il ricorso all'utilizzo di criteri come quello del “costo di riferimento” o “activity based costing”. Sempre considerando l’azienda come il corpo umano, il costo di riferimento rappresenta la “condizione di salute tipo” della tua azienda. A seconda di come e quanto queste "condizioni di base" si movimentano ne deriva un miglioramento o un peggioramento della salute del tuo business.

Se in quest'ottica consideriamo gli indici di allerta del codice della crisi d’impresa alla stregua di "buone norme di salute", possiamo paragonarne i relativi rapporti alla stregua di "activity based cost" alla cui movimentazione ne deriverà un miglioramento o un decadimento delle condizioni di performances aziendali.

Insomma, metodologie e strumenti che consentono di porre una maggiore attenzione da parte del management e della direzione verso attività a maggiore valore aggiunto e non strettamente legate al processo produttivo, integrando quel set di informazioni che i sistemi tradizionali utilizzati per il calcolo dei costi non sono più in grado di generare con completezza.

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Lodovico Cesare Scolari

scritto da Lodovico Cesare Scolari

Sono un consulente specializzato in pianificazione strategica aziendale, organizzazione e programmazione economico/finanziaria, iscritto all’ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili e Revisore Legale iscritto al Ministero dell’Economia e delle Finanze. Tutti i giorni aiuto Imprenditori, CFO e Manager ad incrementare performances e risultati aziendali, utilizzando il metodo COMPETI. COMPETI (acronimo di: Cambiamento Organizzativo – Misurazione Performance e Target Incrementali) è un metodo di lean management basato sull’ottimizzazione dei processi e l’adozione di “best practice” con conseguente incremento della competitività mediante l’adozione di strumenti e piattaforme digitali innovative. Dopo la formazione economico finanziaria, ho fatto della mia passione un lavoro. Nel 1998 ho fondato Scolari & Partners, società di consulenza aziendale e sviluppo di progetti d’impresa.

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